Itineraries

Eracle di Minoa

L’antica Heraclea Minoa, situata sulla sinistra del fiume Platani, è oggi denominato Capobianco, da uno sperone marmoreo che si estende nel mare all’estremità sud occidentale dell’altopiano sede dell’antica città. Citata da Erodoto come colonia selintuntina, cadde, intorno al IV secolo a. C., stabilmente sotto il dominio di Akragas. Terone vi scoprì i resti di Minosse, giuntovi nel IV secolo a. C. per un tentativo di colonizzazione trovando la morte presso il re sicano Cocalo. Il tiranno restituì le ossa ai Cretesi. Il Teatro è situato nella cavità di una collinetta. È aperto a sud, verso il mare, e presenta una struttura geometrica consistente in una semicirconferenza le cui estremità si prolungano con due estremità rette e parallele. Esso è costruito in conci di marna e, a causa di un errato tentativo di restauro, e dell’eccessiva friabilità della pietra, è oggi protetto da un materiale plastico trasparente che permette di constatare l’attuale stato dei ruderi. Dalla stessa collinetta è possibile ammirare una delle più belle e incontaminate spiagge del litorale agrigentino.

Foce del Fiume Platani

La Riserva naturale orientata Foce del fiume Platani è un’area naturale protetta della Sicilia istituita il 4 luglio 1984 dalla Regione Siciliana con la seguente motivazione: “Per garantire la conservazione della popolazione ornitica, favorire la ricostituzione della macchia mediterranea, delle associazioni alofile e delle dune”. Territorio La riserva è costituita da una superficie complessiva di circa 206 ettari che interseca la foce del fiume Platani, nei territori di Ribera e Cattolica Eraclea (AG). L’oasi lambisce il promontorio di Capo Bianco, sede dell’antica citta greca di Eraclea Minoa. Flora Possiamo distinguere due tipologie di vegetazione. Il rimboscimento protettivo degli anni ’50 costituito da una pineta (Pinus halepensis, Pinus pinea e Pinus canariensis) ed in cui si inseriscono alcune lembi ad eucalipto (Eucaliptus camaldulensis) e acacia. Sotto il rimboschimento esiste in molti punti un florido sottobosco con specie della macchia mediterranea, in particolare lentisco (Pistacia lentiscus), asparago spinoso (Asparagus acutifolius), palma nana (Chamaerops humilis), tamerice (Tamarix gallica) e carrubo (Ceratonia siliqua). La vegetazione dunale psammofila si trova a ridosso della pineta e nella foce del fiume. Foce Platani Si tratta di specie erbacee e arbustive che colonizzano e favoriscono la formazione delle dune le quali proteggono la vegetazione dalla salsedine e dai forti venti, contribuendo all’omeostasi dell’ecosistema. Lungo tutta la foce abbonda la cannuccia (Phragmites australis), mentre tra le specie caratteristiche delle dune vi sono lo sparzio pungente (Ammophilla littoralis), il giunco (Juncus acutus), l’erba kali (Salsola kali), il giglio di mare (Pancratium maritimum), lo zigolo (Cyperus kalli), il ravastrello (Cakile maritima), la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum), il vilucchio (Calystegia soldanella) e la calcatreppola (Eryngium maritimum). L’area protetta ospita numerose specie di fauna avicola sia stanziale che migratoria. La spiagge della Foce del Fiume Platani e di Borgo Bonsignore sono state consigliate dalla Guida Blu di Legambiente nel 2002, 2003, 2004, 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009.

Scala dei Turchi

La Scala dei Turchi, al tempo “punta di Majata” fin dagli albori della nostra civiltà, fu scenario di azioni di pirateria da parte delle popolazioni islamiche. I famigerati pirati “Turchi”, altro non erano che audaci marinai di discendenza turca con una eccellente conoscenza della volta celeste, insediatisi lungo la costa nordafricana detta “Magreb”. La principale attività svolta da queste popolazioni fu la “guerra da corsa”. La punta di Majata oggi Scala dei Turchi, rappresentava per loro un ottimo sito d’approdo per la posizione riparata dai venti e dalla vigilanza costiera. Secondo la leggenda intorno al 1800 i pirati terminarono le loro incursioni nella zona di punta di Majata dopo essersi scontrati con le popolazioni della Marina di Girgenti, successivamente Molo di Girgenti, oggi Porto Empedocle, che con la tenacia di un esercito organizzato sconfissero più volte i pirati, allora chiamati semplicemente Turchi. Oggi la Scala dei Turchi, è visitata da moltissimi turisti provenienti da tutto il Mondo. È una nivea scogliera di marna, una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa, dal caratteristico colore bianco. La roccia bianca interrompe le spiagge e squarcia l’orizzonte. Lo scenario atipico che si presenta osservando la Scala da tutte le angolazioni lascia senza fiato.

Torre Salsa

Tra Siculiana Marina ed Eraclea Minoa si estende una costa incontaminata, la Riserva Naturale Orientata di Torre Salsa, dove le falesie di gesso si alternano alle marne calcaree a Globigerina, ricoperte talvolta da strati di argilla. La vegetazione erbacea e cespugliosa che ricopre l’ambiente, talora impervio, talvolta consente l’accesso alla splendida spiaggia da stretti sentieri tra le rocce. Il mare é limpidissimo, i fondali rigogliosi di flora e ricchi di fauna. La Torre Salsa, antica torre di avvistamento, si trova nel cuore di questa oasi e domina la sommità di un piccolo promontorio d’argilla da cui traspare, laddove il processo d’erosione é più intenso, la bianca marna calcarea. Sul mare un frastagliato tavolato roccioso crea una miriade di sentieri, dove i pesciolini guizzano veloci tra le alghe ed i lenti crostacei trovano rifugio. La natura impervia dei luoghi ha preservato dalle lottizzazioni quest’oasi e la proietta, per la varietà e la bellezza dei suoi ambienti, per l’importanza della flora e della fauna, fra le aree più interessanti della Sicilia, meritevoli della massima tutela.

Sciacca

Sciacca, posta sulla famosa strada archeologica siciliana tra Selinunte ed Agrigento è una delle più antiche città dell’isola. Fondata nel VlI sec. a.C. dai Selinuntini che ne fecero la loro stazione termale, nel Medio Evo si trasformò in un fiorente centro industriale e commerciale. Conserva notevoli opere artistiche specialmente del periodo medioevale e barocco. La fama di Sciacca nei tempi moderni è dovuta alla rinomanza del suo ricco patrimonio idrotermominerale ed alle famose grotte naturali vaporose e sudatorie del Monte S. Calogero. All’incantevole paesaggio circostante, all’aspra bellezza della costa frastagliata, alla sabbiosa spiaggia, alla luminosità del mare, Sciacca unisce un dolcissimo e salubre clima che ne fà un ideale luogo di cura, soggiorno e turismo. Ottimi e moderni gli impianti termali e l’attrezzatura alberghiera.
Prec.

Valle dei Templi

La città è un centro turistico isolano rinomatissimo grazie al suo ingente patrimonio storico, culturale, naturalistico e folcloristico. Essa ha saputo valorizzarsi dal punto di vista sociale, come dimostra la manifestazione culturale del “Mandorlo in Fiore” che ricorre ogni anno nel mese di febbraio e che si svolge nella mitica Valle dei Templi ed esattamente nei pressi del Tempio della Concordia e che da qualche decennio è stata associata al Festival Internazionale del Folklore. La Sagra del Mandorlo in Fiore è un chiaro richiamo turistico che tende a valorizzare il già pittoresco patrimonio culturale e storico della città in cui si svolge, quindi è un ottimo strumento turistico. La città va ricordata per aver dato i natali a personaggi illustri come il filosofo Empedocle e lo scrittore Luigi Pirandello.